Questo è un vero e proprio atto di ribellione, una tensione viscerale contro un’idea eterea e intangibile di pittura. Il medium torna a essere materia viva, intrisa di colori intensi e gesti istintivi.
Un mostra veneziana (“Moonkillers”) sta ridefinendo il concetto di pittura contemporanea, si tratta di una collettiva, ospitata a Palazzo Donà Brusa, che riunisce cinque artisti italiani uniti dalla volontà di riportare la pittura figurativa a un livello di urgenza espressiva che sembrava essersi ormai da tempo quasi dissolto. Un’urgenza che secondo Grulli, non si vedeva con questa forza dagli Anni Ottanta e che si nutre di un immaginario che mescola avanguardie storiche, sottoculture urbane e riferimenti pop, oltre alle immancabili iconografie e sensibilità personali.
Tra gli artisti in mostra, Michele Bubacco (Venezia, classe 1983) è forse quello che spinge più in là la pittura come atto di stratificazione visiva e psicologica, un processo in cui l’immagine non è mai fissa, ma continuamente ridefinita, diventando incredibilmente tesa, tra astrazione e riconoscibilità.
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